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Telegram, quando la privacy viene utilizzata per violare quella degli altri: il caso di Revenge Porn è un campanello d’allarme?

Il fenomeno del Revenge Porn dilaga su Telegram: quando la tua privacy viene violata e non puoi fare niente per impedirlo.

Un fenomeno ormai molto noto in Italia, quello del famigerato Revenge Porn. Dove immagini che ritraggono minorenni e non, in pose succinte o di nudo, vengono inviate e scambiate sui social. Telegram è il principale e sfortunato protagonista di questo fenomeno perché le chat di questo social ormai famoso non vengono salvate, le cosiddette chat segrete. Ed è qui che avviane il misfatto, dove ragazzi e anche persone adulte commettono questo reato.

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Il fenomeno del Revenge Porn su Telegram-Step1.it

L’ultima storia di una ragazza che è riuscita a “farsi giustizia” da sola arriva da Perugia. La giovane si è praticamente improvvisata detective per smascherare questo cyber criminale che condivideva foto alimentando la schiera di fruitori di Revenge Porn. Una sua foto per la precisione, che lei molti anni prima, all’età di 14 anni (ora ne ha 22) aveva privatamente inviato al suo fidanzatino. Una foto che è passata da uno schermo a un altro finendo nei cellulari di moltissime persone. I responsabili di questi gruppi «Perugia scambio foto chat» e «Perugia Nuda», una quarantina di ragazzi della Perugia benestante, sono stati così acciuffati.

Il caso di Revenge Porn a Perugia, la ragazza vittima si fa giustizia da sola

Scatti rubati a molte ragazze e amiche di scuola della protagonista della vicenda. Amiche con le quali poi è riuscita a entrare in uno di questi gruppi, accertandosi della presenza di proprie foto pornografiche. La vittima con l’aiuto del suo avvocato ha denunciato i detentori di questo gruppo di messaggistica, due ragazzi di 21 e 22 anni, che hanno poi ricevuto il rinvio a giudizio della Procura di Perugia. 

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Il caso di pedopornografia a Perugia, ragazzi denunciati-Step1.it

La protagonista di questa spiacevole vicenda è stata poi intervistata da ‘La Repubblica’ dove ha dichiarato di essersi resa conto di questa situazione grazie a un’amica che le aveva detto che in un gruppo Telegram giravano delle sue foto nuda.

Foto che aveva inviato al suo fidanzato di anni fa, che le aveva poi diffuse, facendo sì che girassero in questi gruppi, poi l’amara scoperta: le foto in questione, definite da lei ‘molto private’, erano in circolazione ormai da 5 anni. Sempre lei, ha deciso poi di indagare e trarre in inganno il moderatore di questo gruppo, scoprendo che era un suo coetaneo:

Siamo andate alla polizia postale e, per raccogliere altre prove, abbiamo deciso di creare una chat privata Whatsapp e attirare l’amministratore del gruppo Telegram. Ci ha rivelato dell’esistenza di un secondo gruppo e l’abbiamo convinto a incontrarci. Ci siamo presentate a casa sua, accompagnate da due amici. È allora che ho scoperto che si trattava di un mio coetaneo […]”.

Una scoperta durissima per la sfortunata protagonista di questo episodio, ma denunciare l’ha aiutata a superare il trauma, ha infine dichiarato, evidenziando che per lei è stata come una ‘rivincita personale’.