Protesi all’anca Protesi all’anca

Protesi all’anca: cosa c’è da sapere?

L’impianto chirurgico della protesi all’anca è una tra le soluzioni risolutive nei casi di artrosi più gravi. E’ molto importante, però, affidarsi a veri specialisti, che sceglieranno il tipo di protesi più adatta ad ogni paziente. L’intervento chirurgico in questione, può essere eseguito impiantando sia una protesi totale che parziale, a seconda di differenti fattori, come l’età del paziente o il grado di avanzamento della patologia, che va a compromettere l’articolazione in maniera più o meno grave.

Protesi totale – evoluzione dei materiali

Col passare del tempo, le protesi destinate a questo tipo di operazione chirurgica, si sono evolute, i materiali e le superfici sono cambiati, inizialmente infatti, venivano realizzate in vetro, ma successivamente si decise di sostituire questo materiale, poiché si rompeva facilmente nel giro di pochi mesi.  

Le modifiche più significative furono apportate dal chirurgo John Charnley, negli anni ‘60, il quale sviluppò diversi modelli di protesi a basso attrito, da questa sua idea derivano i modelli esistenti oggi, anche se l’evoluzione riguardo la produzione delle protesi all’anca, non si è ancora fermata.

La maggior parte delle protesi totali utilizzate per l’intervento all’anca, sono composte da tre elementi fondamentali, lo stelo, la testa e una coppa acetabolare. Lo stelo è generalmente realizzato in lega di titanio o cromo cobalto, entrambi sono materiali resistenti e biocompatibili; la testa, viene realizzata solitamente in ceramica, e infine, la coppa è costituita da un guscio metallico che viene accoppiato ad una pellicola in polietilene.

Impianto chirurgico della protesi totale all’anca

Durante quest’intervento chirurgico si punta a sostituire l’osso e la cartilagine, compromessi dall’artrosi, con l’impianto di una protesi totale. Precisamente, la testa del femore viene sostituita con lo stelo metallico della protesi, la testa in ceramica, invece, viene inserita nella parte superiore dello stelo, si applica, poi, una coppa in sostituzione della superficie cartilaginea danneggiata, e infine, si adopera un inserto in polietilene o ceramica, che crea una buona superficie di scorrimento.

Prima di sottoporsi all’intervento di protesi all’anca, è importante che il paziente si affidi ad un’accurata valutazione ortopedica, grazie alla quale si potranno avere tutte le informazioni del caso e procedere, poi, con l’operazione. Prima di tutto, il chirurgo ortopedico si informerà sullo stato di salute generale del paziente, il quale verrà, poi, sottoposto ad un esame fisico che aiuterà a valutare la mobilità dell’anca, successivamente, si andranno ad effettuare delle radiografie per determinare l’entità del danno.

In quali casi è necessario sottoporsi all’intervento? 

Innanzitutto bisogna sapere che non ci sono limiti di età o di peso che non consentono questo tipo di operazione, il fattore che, invece, è determinante è il livello di disabilità motoria in cui si trova il paziente.

Generalmente, l’età dei pazienti che decidono di affrontare l’intervento di protesi all’anca, va dai 50 agli 80 anni, ma spesso anche i giovani adolescenti, affetti da artrite giovanile, prendono in considerazione questo tipo di operazione. Tra i diversi fattori per i quali il chirurgo consiglia l’intervento c’è sicuramente il dolore, qualora fosse sempre costante, anche di notte, e si intensificasse talmente tanto da limitare la libertà motoria del paziente, e da non essere placato neanche con l’assunzione di farmaci anti-infiammatori o trattamenti fisioterapici.

Una volta essersi sottoposto a tutti i vari accertamenti e aver avuto tutte le informazioni necessarie dal chirurgo ortopedico, il paziente potrà sottoporsi all’intervento di protesi all’anca, ricoverandosi il giorno precedente all’operazione. Prima di procedere, in sala operatoria verrà effettuata l’anestesia, che solitamente è quella spinale, inoltre, ci sarà un planning pre-operatorio che permetterà, attraverso un sistema computerizzato, di stabilire in anticipo il tipo di protesi da innestare, e le taglie e i materiali da impiegare.

La durata dell’intervento chirurgico va dai 45 ai 60 minuti e il soggiorno in ospedale dipende dalla scelta del paziente stesso. Se, infatti, quest’ultimo ha optato per il protocollo “fast track”, potrà uscire dall’ospedale dopo quattro giorni e continuare la riabilitazione a casa, se invece, ha scelto il protocollo classico, resterà in ospedale per 12-15 giorni, in modo da praticare lì la prima parte di riabilitazione per, poi, continuarla direttamente a casa.

La gestione del dolore post-operatorio è sempre controllata, prima dall’anestesista, poi dal chirurgo e infine, dal fisioterapista. I trattamenti fisioterapici si effettuano, generalmente, dopo 4-6 ore dall’intervento e permettono di riacquistare gradualmente la mobilità, attraverso esercizi specifici. La fisioterapia è fondamentale anche quando il paziente ritorna a casa, infatti, è necessario continuare con un’assistenza domiciliare per le prime settimane dopo l’operazione.

Impianto chirurgico della protesi parziale all’anca – tecnica mini invasiva

Per raccogliere informazioni inerenti all’innesto di una protesi parziale all’anca, ci siamo rivolti allo specialista esperto in chirurgia protesica mini invasiva, il dottor Michele Massaro, che ci ha fornito preziosissimi consigli a riguardo.

Gli obiettivi dell’innovativa tecnica mini invasiva, ci ha spiegato, sono quelli di ridurre l’entità dell’incisione chirurgica, conservando parte dei tessuti e dell’osso, di limitare le perdite ematiche durante e dopo l’intervento, diminuendo anche la durata di quest’ultimo, e di ridurre notevolmente sia i tempi di recupero post-operatorio che la permanenza in ospedale.

Uno dei vantaggi della tecnica mini invasiva è la possibilità di eseguire l’intervento chirurgico ad entrambe le anche, contemporaneamente. In questo modo, con l’operazione bilaterale, si dovrà affrontare il recupero riabilitativo una sola volta, e sarà, quindi, meno traumatico per il paziente.

Possibili complicazioni dell’intervento protesico all’anca

In generale, l’operazione chirurgica di protesi all’anca è sicura, sia se viene effettuata con il metodo standard (protesi totale), sia se viene adoperata la tecnica mini invasiva.

Esistono, tuttavia, eventuali complicazioni che possono insorgere dopo l’intervento; si può andare incontro, ad esempio, ad infezioni, lesioni nervose o dei vasi sanguigni, rigidità articolari post-operatorie, o lussazioni ossee. Questi fenomeni, però, sono possibili, ma comunque, molto rari.

In generale se ci si affida a mani esperte come quelle del dottor Michele Massaro, e soprattutto, se se seguono attentamente  tutte le regole per un ottimo recupero, non si avranno sicuramente problematiche di questo tipo. Nel giro di poco tempo il paziente riuscirà a recuperate la sua libertà motoria, migliorando notevolmente la qualità di vita quotidiana, arrestando così, lo sviluppo dell’artrosi all’anca.

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