I videogiochi non sono più materia di semplice intrattenimento, in quanto già da diversi anni hanno costruito intorno a sé una vera e propria dimensione professionistica. Gli esports saranno protagonisti nelle prossime Olimpiadi e continuano a mettere in mostra maghi del gamepad in tutto il mondo, anche per mezzo di tornei che si svolgono online. L’Italia non poteva rimanere insensibile al fenomeno e di conseguenza anche nello Stivale si sono formati gamer che hanno raggiunto notevoli successi a livello internazionale, come ad esempio Reynor, balzato agli onori delle cronache per aver vinto l’Intel Extreme Masters 2021 di Katowice a soli 18 anni.
Sono numerosi i titoli che riscuotono attenzione in più Paesi. A volte si tratta di grandi classici come “Street Fighter”, ma ovviamente sono le produzioni più recenti ad andare per la maggiore, anche perché studiate appositamente per esaltare un lato agonistico. Da “League of Legends” a “Counter-Strike”, passando per “Fortnite” e le celebri simulazioni calcistiche come “FIFA”, ogni gioco può vantare di fatto i suoi campioni. Non solo uomini, ma anche donne, quasi sempre in una fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni. Già nel corso degli studi liceali i ragazzi si approcciano ai videogame con la speranza di farne la loro professione.
Va da sé che ad allettare i giovani sono anche i montepremi in palio. Ne sa qualcosa Faker, pseudonimo di Lee SangHyeok, un ragazzo coreano che ha scritto la storia dei tornei di “League of Legends”, vincendo l’equivalente di oltre un milione di euro già in tenera età. Il connazionale Flash, ossia Lee Young Ho, è noto invece per la sua bravura nei giochi della serie “Starcraft”, nei quali eccelle anche una delle giocatrici più famose in assoluto come la canadese Scarlett, al secolo Sasha Hostyn, probabilmente ancora più celebre dell’americana Mystik, alias Katherine Gunn, esperta in Dead or Alive 4 e in Halo Reach.
Di nazionalità svedese è Patrick Lindberg, vale a dire F0rest, maestro di “Counter-Strike”, che ha iniziato a giocare nel 2005. A legare la sua storia a “Call of Duty” è stato invece Wartex, cioè l’italiano Ronaldo Lavado: Wartex viene considerato il primo pro-player italiano nella storia di “Call of Duty” e ha contribuito a diffondere il verbo degli esports nello Stivale, diventando peraltro campione europeo nel 2022. Un altro gamer italiano è Jiizuke, cioè Daniele Di Mauro, il primo a prendere parte all’European League of Legends Championship Series.
Insomma, l’intrattenimento digitale è totalmente cambiato negli ultimi anni e oggi non basta più vincere contro l’intelligenza artificiale per considerarsi dei veri talenti videoludici. Ormai le attrazioni virtuali sono all’ordine del giorno quando si ha a che fare con Internet e di conseguenza anche il livello di difficoltà è andato aumentando nel tempo, anche perché confrontarsi online significa imbattersi in altri giocatori in carne ed ossa. Si pensi ad esempio ai cataloghi di giochi online da casinò, che includono anche i giochi di carte, dove ognuno adotta strategie differenti. Saper riconoscere gli stili degli avversari è diventato praticamente d’obbligo per qualsiasi tipo di gioco virtuale. I gamer più bravi sono quelli che riescono ad affinare il proprio rendendolo efficace contro ogni misura cautelativa.
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