In molti sono curiosi di scoprire se è davvero possibile imparare le lingue straniere nel sonno: ecco la verità.
E’ molto importante, almeno oggi nella società moderna, conoscere più lingue ed essere fluenti nel dialogo. E’ davvero difficile poterlo fare ma siamo sicuri che almeno una volta hai utilizzato questo trucchetto: ascoltare musica, dialoghi o audiolibri mentre eri in procinto di addormentarti. La domanda che tutti si pongono è la seguente: ma è davvero possibile imparare alla perfezione un’altra lingua nelle ore di sonno? Finalmente abbiamo deciso di fare chiarezza e svelarvi la vera risposta a questo quesito.
Molto spesso ci hanno detto che ascoltare le parole e lunghi dialoghi in un’altra lingua che non sia quella madre facilita l’apprendimento. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che è possibile ricordare certe frasi ascoltate durante il sonno. Questo è possibile soprattutto perché il nostro cervello non va a dormire completamente quando dormiamo.
Nel novembre 2015, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cerebral Cortex, spiega che la fase migliore per eseguire questo esercizio è la fase di sonno non-Rem , durante la quale le onde del nostro cervello sono ampie e lente. Durante questa fase è possibile imparare a memorizzare più velocemente frasi e parole.
Con il tempo, però, lo studio si è ampliato e sono venute fuori nuovi aggiornamenti circa questo tema che risulta essere ancora oggi oggetto di studio.
Si può imparare davvero un’altra lingua mentre si dorme? Ecco la risposta
Flavio Schmidig, neuroscienziato cognitivo dell’Università di Tel Aviv, ha deciso di monitorare 30 partecipanti che parlavano la lingua tedesca, ospitati per una notte a dormire nel laboratorio dell’Università di Berna, in Svizzera. Ha deciso di concentrarsi soprattutto nel primo ciclo di sonno profondo, una fase che dura un paio d’ore e che è il momento più favorevole all’acquisizione di nuove informazioni.
Schmidig e colleghi hanno usato un algoritmo per prevedere quando si sarebbero verificati questi “alti” e questi “bassi”, hanno utilizzato queste breve tempo per far ascoltare ai 30 partecipanti brevi file audio. Metà lo ha ascoltati nei picchi, gli altri nei valli.
Cosa è venuto fuori? Dodici ore dopo, dopo che i partecipanti hanno ascoltato le informazioni, i partecipanti son tornati in laboratori questa volta da svegli. Hanno riascoltati le parole fittizie e chi aveva ascoltato le parole durante i picchi non si è discostato da una percentuale che oscillava intorno al 33%.
Chi invece le aveva udite durante le valli ha risposto correttamente nel 37% dei casi. Secondo gli scienziati questo non potrebbe essere frutto del caso. Una ipotesi che hanno fatto gli scienziati è stata quella che queste valli siano brevi periodi di riposo neurale in cui il cervello è effettivamente nelle giuste condizioni di imparare nuovi idiomi.