Alla ricerca dei segni del passato: un pianeta che 4,5 miliardi di anni fa colpì la terra ha lasciato le sue tracce ancora oggi.
Ci troviamo a 4,5 miliardi di anni fa e un pianeta delle dimensioni di Marte, noto come Theia, si scontrò con la Terra. Questo scontro diede vita a uno degli eventi più cruciali nella storia del nostro sistema solare. L’impatto violento generò un’enorme nube di detriti che alla fine si compattarono per formare la nostra Luna.
Ma cosa accadde al corpo di Theia dopo l’evento? Un nuovo studio suggerisce che parti di Theia potrebbero essere ancora conservate nel mantello terrestre. E ciò apre le porte a nuove scoperte sulla formazione della Terra e della Luna. Gli scienziati, infatti, sanno da tempo dell’esistenza di masse dense nel mantello terrestre.
Queste sono note come grandi province a bassa velocità di taglio (LLSVP), ma la loro origine è stata oggetto di dibattito. Recentemente, un team di ricercatori guidato dal geofisico Qian Yuan ha ipotizzato che queste masse potrebbero essere proprio resti di Theia, il pianeta che ha dato origine alla Luna.
Cosa hanno ipotizzato gli studiosi
Il team di scienziati ha usato simulazioni al computer dell’evento di impatto tra Theia e la proto-Terra. In questo modo, il team ha scoperto che parte del materiale di Theia potrebbe essere rimasto sulla Terra anziché essere completamente espulso nello spazio. Questo materiale, più denso del mantello terrestre, potrebbe essere sprofondato nelle profondità del nostro pianeta, formando le LLSVP che oggi osserviamo. Tuttavia, c’è dibattito tra gli scienziati. Essi si chiedono quanto il materiale di Theia si sia mescolato con quello terrestre nel corso dei miliardi di anni successivi all’evento.
Alcuni studiosi ritengono che il materiale di Theia si sia integrato completamente nel mantello terrestre, mentre altri suggeriscono che potrebbe essersi mantenuto in massa, mantenendo la sua identità. L’identificazione precisa di queste masse nel mantello terrestre potrebbe offrire preziose informazioni sulla composizione e l’evoluzione della Terra e sulla dinamica degli impatti planetari nel sistema solare primordiale.
Tuttavia, raccogliere prove dirette di questa teoria è una sfida. Le profondità del mantello terrestre sono praticamente inaccessibili, e i campioni di rocce provenienti da queste regioni sono estremamente rari. Anche il campionamento diretto della Luna può essere complicato, poiché i campioni disponibili sono stati prelevati principalmente dalla superficie, mentre le informazioni sui strati più profondi potrebbero essere ottenute solo attraverso future missioni di recupero degli stessi.
Nonostante le sfide, gli scienziati sono determinati a rivelare i segreti nascosti nel mantello terrestre e nei suoi legami con la formazione della Luna. La continua ricerca e lo sviluppo di modelli sempre più precisi potrebbero portare a nuove scoperte sorprendenti, aprendo nuove prospettive sulla nostra comprensione dell’universo e del nostro posto al suo interno.